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Detta anche Jack. Insolito, ma vero.

domenica 16 dicembre 2012

I miei occhi sul mondo cambia casa..

e sta cambiando veste, per cui da oggi mi troverete qui:

Jacklìn blog

Vi aspetto!


sabato 3 novembre 2012

Fai conto che sia un set

Ormai vi è abbastanza chiaro che io sono circondata da amici e conoscenti piuttosto saggi.

Per fortuna, aggiungerei, data la mia innata capacità di infilarmi in situazioni complicate e di non riuscire a sottrarmi quasi a nulla di quello che la vita continua a propinarmi.

Uno di questi amici, qualche mese fa, durante un tentativo estremo di recupero del mio umore, ha trascorso ore sfidando le mie battute sarcastiche e cercando di convincermi del fatto che tutta la "matassa" si sarebbe sciolta in un riso prima ancora di quanto io credessi.

Nonostante l'utilizzo di metafore e citazioni di versi vari ed eventuali, tirate fuori a caso pescando nel suo personalissimo cilindro di autori, cantati e scrittori... nulla sembrava poi così convincente.

Tra le varie, mi dice: "Guarda Ale che la vita è un po' come un film" -

[Un pòòòòò????? Sono anni ormai che affronto tutte le correnti d'aria che incrocio per strada, come se ci fosse una trionfante colonna sonora di sottofondo e la luce perfetta di un set cinematografico mi facesse improvvisamente sembrare irresistibile. E tu riduci tutto a "un po'"!?!]



- "Tu rimani ferma al centro e attraversi tutta la storia, mentre intorno a te gli altri personaggi cambiano" -

Son passati un po' di mesi ormai da quella chiacchierata, la matassa si è sciolta per lasciare spazio a tanto altro e io gli risponderei: 

"Alcuni personaggi cambiano e arrivano in un certo momento perché è l'unico in cui avrebbero avuto un senso. Altri sembrano aver sbagliato sceneggiatura, li incroci per caso fino a che t'accorgi che forse sei capitata sul set sbagliato. Altri ancora, arrivano solo per farti conoscere il valore della differenza, solo perché tu possa credere che valga la pena sporcartici le mani per poi scoprire che non è così. Infine, non ci crederai, ci sono quelli che il tempo passa, la forma cambia, ma non sono mai stati di passaggio, avranno sempre un posto nel tuo film".




mercoledì 24 ottobre 2012

La porta blu

Non so voi, ma io credo che le immagini abbiano un'incredibile capacità di esprimere idee e concetti che altrimenti se ne starebbero assolutamente muti. Sprecati.

Quando poi arrivano inattese, in un momento in cui certi giorni sembrano così lontani da essere diventati ricordi piccoli piccoli, allora il volume del messaggio si amplifica in modo tanto forte da fare eco nella testa.

E così è bastata una porta, la mia porta, a riportarmi a giorni di timore, insicurezza e grande libertà. Perché poi liberi ci si nasce, è una condizione che si ha dentro e che non smette mai di essere. Certo può capitare che tutto "l'intorno" cambi, ma basta riconoscersi per sentire che c'è.

E la mia porta era blu, un po' dissestata, ma bellissima, ve lo assicuro.



Quando me la sono chiusa alle spalle per la prima volta era notte fonda, pioveva, la valigia, come il solito, era troppo pesante e correvo il rischio di rimanere per strada sul serio.

Ed è stato così tutto il tempo: un rischio. Ho sempre lasciato dietro quella porta e chiuso fuori paure, tensioni ed insicurezze. Un po' tutti i giorni. Dal primo all'ultimo passo, con ironia, caparbietà e incoscienza probabilmente.

Ogni giorno ho creduto di non essere all'altezza del passo successivo, ho pensato di non riuscire ad andare avanti, ogni giorni ho dubitato di volermi mettere in gioco.
Sono brava a schivare i colpi io, lo ammetto.
Giorno per giorno ho scelto di sfidare quei limiti, senza alcuna certezza del risultato. 

Ora ricordo la vista dalla mia finestra durante il mio ultimo caffè londinese e ancora di più, la mia porta blu, dissestata di sicuro, ma bellissima, ve lo assicuro.






mercoledì 17 ottobre 2012

Le scarpe di un uomo non possono starci comode




Andiamo a fondo di ogni storia che incontriamo, ci lasciamo incuriosire da ogni sguardo che incrociamo, ogni scorcio di umanità ci attrae e siamo troppo spesso prese dalla convinzione di poter comprendere il fondo di ogni slancio, così come dalla sfida di poter sciogliere ogni nodo.


Mille volte nere e poi bianche in un solo giorno, mai grigie. Avventate ed istintive, implacabili e nervose o sorridenti ed ingenue, mai lineari.


Pronte a perdonare ogni torto subito o a ripartire da zero, a camminare nel tempo, senza il timore di attraversare le stagioni e la noia. 
Pronte a cambiare tutti i giorni, a modificare la realtà per renderla più divertente, a sconvolgere l'ordine delle cose.

Capaci di lasciarsi schiacciare dal dolore e di riuscire a riderne.

Pronte a metterci la faccia, ad alzare la voce sempre una tacca in più, così come a lasciar scivolare parole non dette nel buio di una gola troppo profonda per trovare fiato. 

Incoerenti tanto da sembrare surreali. Libere da ogni forma di compressione e di timore oppure racchiuse in un gomitolo di nervi. Mai solo in balia del percorso. 

Nervose, smaniose, capricciose, non contempliamo ordine che non lasci spazio alla fantasia. 

Conosciamo l'eleganza delle onde, ma viviamo increspate come il mare d''inverno. Sempre alla ricerca di aria buona da respirare, anche quando la vita ci spettina.

Mai una linea che sia piatta, uniforme, uguale a se stessa.

Mai nulla che sia impersonale. 

Le scarpe di un uomo non possono starci comode... anche se di quattro misure più grandi.
Viviamo con la stessa energia, ma con un'emotività che sposta il baricentro più in altro. Lì, fermo e ostinato tra la mente e il cuore.

sabato 22 settembre 2012

Questa storia parla di noi donne, che il mare ce lo portiamo dentro.


Credo ci sia bisogno di ispirazione.
Per tutto, nella vita, bisogna essere ispirati. Per iniziare, finire, chiudere e scoprire.
Ogni sentimento che ci aiuta o ci spinge a fare qualcosa nel modo in cui vorremmo farlo: affrontare un colloquio, un abbandono, un periodo di tanto lavoro, una sfida, gli occhi di una persona nuova. Qualunque cosa affrontiamo, che ci richiama a fare passi in avanti, merita ispirazione.
Ok, e dov'è che possiamo prenderla? Ognuno ha i suoi "luoghi / non luoghi" del caso. I miei sono le persone. Che per quanto io sia schiva, in realtà... ci si crede poco. Ma osservo e sento, sento sopratutto, e le persone le ho sempre sentite tanto.
Non mi interessano posti che non sappiano mettere insieme, aggregare, muovere, spostare forze come le persone possono.
Io la gente la guardo, ne osservo i dettagli, gli spigoli della faccia e i colori dei vestiti, le linee delle mani e l'andamento del corpo.
Ma è da quando un'amica tanto leggera quanto saggia, con aria un po' severa mi ha detto: "La gente devi lasciarla entrare nella tua vita, guardati intorno, fai amicizia ovunque hai possibilità di incrociare un altro sguardo. Al supermercato se è il caso. Lasciati guardare."  che ho iniziato a lasciare la porta socchiusa.

Questa storia parla di noi donne, che il mare ce lo portiamo dentro.
 Copyright  di Francesca Romana Smirne.

E fortuna, direi, le porte aperte permettono all'aria di cambiare e alla vita di entrare. Le persone hanno paure da condividere e storie da raccontare.
La mia, ultimamente arriva da una tavola imbandita, due bottiglie di vino e la compagnia di 3 donne molto diverse. Ma tutte di quelle che hanno dentro il mare.
Un incrocio, il nostro, fra 4 strade che arrivano da mondi separati. Quattro colori differenti, quattro sapori completamente diversi ed un unico modo di stare attorno ad un tavolo. Mettendoci sopra tutto, senza riserve, senza paura di bere un bicchiere di più, di dire la parola sbagliata o di alzare il tono della voce. Senza paura di essere autentiche, senza timore della nostra stessa diversità. Senza filtri. Senza formalità. Senza il bisogno di misurare ciò che sembrerebbe giusto o meno a chiunque altro non sia seduto a quello stesso tavolo.
La forza gira, come la vita, arriva, ti entra dentro e ti contagia.
E' così che nascono i semi buoni, dalle persone, quelle giuste.
E io, mi sento ispirata.

sabato 1 settembre 2012

Autocelebrazione profetica

Ora, io non vorrei sembrare una facilmente impressionabile, né troppo suggestionabile. 

Ammetto che qualche volta l'immaginazione mi abbia giocato brutti scherzi e che se non ce ne fosse così tanta, di immaginazione, vivrei molto peggio.


Ma, se dopo un post così: Grovigli, uno qualunque di voi si trovasse per caso in mano una rivista di cui non ha mai letto l'oroscopo e curiosamente leggesse questo.. bé non lo considerereste un segno? 

Oddio, va bé, forse troppo. Ma una piccola strizzatina d'occhio di non so chi, da non so dove? Posso, posso?







giovedì 16 agosto 2012

Grovigli



La verità é che per quanto ci si impegni, le persone ci deludono. 



Perché costruiamo, con cura e dedizione, rapporti che poi consideriamo forti e a volte (stupidamente) indissolubili per quanto intimi e profondamente veri. Ci convinciamo che tutto quanto vissuto e dato occhi negli occhi rimanga nel tempo, anche in vite lontane e strade discontinue, pronte a non incontrarsi mai. 

Ma le persone ci deludono, e noi deludiamo le persone. 
Ed è nel tempo e nello spazio che vive e che segue imperterrito, che riusciamo davvero a capire quanto vissuto. Per la prima volta. Come se non fosse valso a nulla tutto quanto affermato con forza e un pizzico di spavalda audacia. 

Nulla quanto a fondo ci si sia spinti gli uni nelle vite degli altri. 

Le persone dimenticano, si perdono, fuggono e ci deludono, basta una parola, uno sguardo, il tono della voce. 


Le persone ci deludono.